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SERVO DI DIO PADRE GIUSEPPE MARIA LEONE CSSR
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Virtù e Fama di Santità > Voti religiosi

DELL'EROICA UMILTA'

"VOGLIO ESSERE CONOSCIUTO SOLO IN CIELO"
Malgrado fosse dappertutto circondato da una fama grande, era però umilissimo. Gemeva in cuor suo per questi segni di stima che riceveva, avrebbe voluto nascondersi a tutto e a tutti. A proposito di questa sua popolarità disse un giorno ad una Suora di Regina Coeli: "L'oro nascosto è più prezioso, mentre l'oro che apparisce, sarà più lucente ma è meno prezioso, perchè mescolato con altri metalli". Così cercava di umiliarsi. Era ancora tutto sollecito per celare le doti grandi e le peregrine virtù, di cui era adorno, e cercava invece di farsi stimare vile e gran peccatore. Ad una Suora che lo esortava a farsi conoscere dalle Sacramentine di Napoli, rispose: "Io non voglio essere conosciuto su questa terra, ma voglio essere conosciuto solo in cielo". Quindi nei tempi di maggior concorso per sottrarsi alle numerose visite dei suoi devoti ed ammiratori, si allontanava da Angri.
"IO SONO UN NIENTE"
Questo amore al nascondimento originava in lui da una verace persuasione della propria nullità. Perciò al sentire che altri lo lodasse, si annichiliva e diceva: "L'hanno sbagliata; s'ingannano". Altre volte esclamava: "Dicono che P. Leone è un Santo; ma che Santo, che Santo; io non so come Gesù mi mantenga ancora in vita". Essendo una volta andate a ritrovarlo alcune signore piene di ammirazione per lui, egli con amabile ironia disse al portinaio: "Dite loro che il P. Leone è un Santo pieno di malanni; che abbiano pazienza, giacché non può scendere. Vengano un'altra volta". Ma seguitando quelle ad insistere, si rivolse al Signore ed esclamò: "Gesù, tu vedi che queste mi tengono per Santo, ma non sanno che io sono un niente!"  Ed umiliato e pieno di rossore, scese al parlatorio, con le mani però coperte, per impedire che gli fossero baciate.
"LA MADONNA HA FATTO TUTTO"
A vederlo tanto macilento, una Suora di Regina Coeli gli disse: "Padre, chi sa quanti cilici porterà!" Ed egli sorridendo rispose: "No, figlia, non porto cilici". E poi numerando le sue infermità soggiunse: "Ecco i miei cilici!" Altre volte venendo lodato per le belle opere ascetiche date alle stampe, rispondeva tutto umile: "Io non ho fatto nulla, è stata la Madonna che ha fatto tutto". Un giorno essendogli stato riferito che alcuni non lo stimavano sufficientemente istruito per scrivere opere, giacché per le sue continue infermità non avea potuto attendere regolarmente agli studi, rispose umilmente: "E' vero, ma se ho scritto qualche cosa, non sono stato io: la Madonna ha fatto tutto".
"COME POSSO FARE DA SUPERIORE?"
Stando in Eboli, gli venne la notizia d'esser stato eletto a Superiore in Angri. Si turbò un poco. Ed alla Badessa che lo incoraggiava, rispose: "Ma io che non son buono a niente, come posso fare da Superiore? Un miserabile come sono io, mettermi alla testa di tanti Padri venerandi?”. Radicato così profondamente nella propria nullità, diceva ora all'una,ora all'altra delle Suore di Eboli: "Vi dovete far pestare, vi dovete far spazzatura per l'amore di Gesù Cristo; altrimenti io qui non verrò più". Questa sincera umiltà di animo era quella che lo faceva andare senza ombra di fasto nella semplicità del cuor suo; di qui anche quel trattare affabilmente con tutti e quel mostrarsi docile all’altrui parere.

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